viaggi per il mondo - by Santi Pane
Viaggio in Birmania (marzo 2019)
Il paese delle mille pagode, degli stupa dorati, dei monasteri buddhisti, delle decine di migliaia di monaci che affollano templi e villaggi, ai quali la gente offre cibo ed elemosine.
Un paese ricco di fascino, con un grande spirito religioso, che esercita un richiamo oltre ogni aspettativa per il visitatore occidentale, per le usanze, i modi di vivere così diversi, le credenze e le leggende religiose, in tratti somatici della gente, i mezzi di trasporto utilizzati, le architetture delle case e la semplice vita delle comunità locali sparse in tutto il paese, grande più di due volte l'Italia.
E come non dire della grandissima disponibilità ed apertura della popolazione, che ti accoglie sempre sorridente, entusiasta ad immortalarsi con te in una foto!
Un viaggio intenso, con il leitmotiv delle innumerevoli pagode dorate, dei templi ricchissimi di decorazioni e di statue del Buddha, tra la gente in venerazione e gli incredibili mercati dei villaggi.
Un viaggio anche faticoso per le lunghe distanze percorse, a bordo di ogni mezzo: pullman notturni, furgoncini, calessi, barche, camion ...per raggiungere anche i più lontani luoghi di pellegrinaggio
Pindaya - Lago Inle - la Roccia d'Oro
Arriviamo all'eroporto internazionale di Mingaladon, struttura nuovissima e ben organizzata a circa 15 km dal centro, dopo un lungo volo notturno dall'Italia. La capitale birmana, che conta da sola circa 5 mln di abitanti (un settimo dell'intera nazione) ci accoglie con lunghi viali alberati e moderni, e con i tratti tipici di una città occidentale; ma basta alzare lo sguardo per incontrare pagode dorate che svettano alte e che ci richiamano subito ad un paesaggio e ad una cultura così profondamente diversa da quella che ci siamo lasciati alle spalle. Del resto, l'occidentalizzazione della capitale, se per molti aspetti è inevitabile, è però subito contraddetta se ci si sposta appena fuori dall'asse che collega il moderno aeroporto con il centro della città, dove troviamo le caratteristiche casupole, gli edifici coloniali, i borghi tradizionali con la gente che lava i panni lungo il fiume. Siamo stanchi per il lungo viaggio e quindi ci trasferiamo subito nel piccolo albergo in centro città, ma non prima di immergerci in un primo assaggio della cucina locale, con gli spettacolari noodless in tutte le salse (non ci siamo stancati di mangiarli durante tutto il nostro viaggio!)
il Buddha sdraiato lungo 72 metri, nel tempio cittadino di Chauk Htat Kyi
Dedichiamo l'intera giornata giornata successiva alla visita della città, ammaliati dai mercati locali e dalla magnificenza dei templi, in testa la grande pagoda di Shwedagon, principale luogo religioso del buddhismo birmano. Lo spettacolo notturno dello grande stupa dorato alto 98 metri è di quelli che lasciano senza fiato, solo turbato dai lavori di manutenzione della grande campana centrale, con impalcature di bambù che tuttavia sono ben celate e tolgono solo parzialmente la spettacolarità del quadro.
Ci trasferiamo a Mandalay, l'antica capitale del regno, a circa 680 chilometri da Yangon. Il trasferimento avviene con un bus notturno e, contrariamente ad ogni aspettativa, il mezzo (Lumbini Express) è particolarmente comodo, con ampi posti completamente reclinabili, cuscino e coperta ed anche un box da viaggio con salviette, bibita, spazzolino da denti ed altro. In Birmania il trasporto avviene prevalentemente con bus, essendo ancora molto carente e lenta la linea ferroviaria. Ci fermiamo in immense oasi di servizio, dove c'è un via vai di centinaia di pullman, luoghi di ristoro sfavillanti di luci, fumi, cibarie e ... musica assordante nel pieno della notte! Mandalay, nei pressi del grande fiume Ayeyarwaddy che attraversa l'intero paese, è una tappa imperdibile per i tantissimi templi e monasteri con diversi stili architettonici, da quelli più vecchi in legno a quelli più recenti. Trascorriamo due giorni pieni nella vecchia capitale, tra monasteri, mercati, escursioni in barca nei villaggi fluviali e...tanto altro
Lasciamo a malincuore Mandalay e ci trasferiamo ad ovest, nella regione di Bagan, patrimonio dell'Umanità-Unesco. Ancora un trasferimento con il bus notturno, anche se questa volte più breve. Non c'è tempo di dormire! Solo una doccia e di nuovo fuori per ammirare, con il sole che sorge, il fantastico paesaggio di migliaia di pagode (sono oltre 2217 monumenti!), che si stagliano all'orizzonte. E' una delle giornate più intense, con visita al tempio di Ananda, con le sue statute di Buddha alte 9,5 metri ed il pomeriggio girovagando tra i bellissimi tempi in pietra antica, aspettando il tramonto. La sera ci rifocilliamo con un pranzo luculliano in un bellissimo quanto caratteristico ristorante, allietati da uno spettacolo di marionette birmano.
Le pietanze deliziose della cucina asiatica
Traqscorriamo 3 notti a Bagan. La tappa successiva prevede la visita al Monte Popa, un vulcano spento situato a 55 km da Bagan, nota come la "montagna dei fiori". In cima, si erge un tempio dorato che domina l'intera vallata ed a cui si accede attraverso una scalinata di 777 gradini. Qui venivano incoronati i re di Bagan nell' XI secolo. Il tragitto è intervellato da visite presso alcune comunità rurali e luoghi tipici di produzione dell'artigianato locale
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Siamo pronti e gasati per la tappa successiva, il lago Inle, che non tradirà le nostre aspettive. Il lado, che visitiamo interamente con una tipica imbarcazione locale, ci appare come un paesaggio siegnato dalla mano di un pittore, un ambiente bucolico con i suoi orti galleggianti, la vita semplice della gente, i pescatori famosi per il loro modo tutto particolare di remare spingendo il remo con la gamba, i tantissimi villaggi che si affacciano sulla sponda e . . . gli immancabili templi. Vi giungiamo dopo un lungo tragitto, passando per un posto che ha dell'incredibile....Pindaya Cave, un intrico di caverne comunicanti all''interno di una montagna, riluccicanti letteralmente di oro e con oltre 8000 (sì, proprio ottomila!) statue del Buddha, di tutte le forge, dimensioni e posizioni... uno spettacolo affascinante e che ci lascia senza respiro.
Passiamo altri due notti sul lago Inle, con base al villaggio di Nyaungshwe ...
Il viaggio volge al termine, affiora una certa malinconia, ma ci aspetta ancora una delle più grosse emozioni sulla via del ritorno (questa volta non badiamo a spese e prendiamo un breve volo interno sino a Yangon): è in programma la visita ad uno dei luoghi più venerati del buddhismo birmano: la Golden Rock! E' un luogo incredibile di pellegrinaggio, dove si venera la grande roccia interamente ricoperta d'oro ed in bilico su un costone roccioso (secondo la tradizione religiosa locale, trattenuta da due capelli del Buddha!). Va detto che il luogo è tenuto spesso fuori da tour organizzati, a causa delledifficoltà nel raggiungerla. Per noi la sveglia suona alle 05:30! Quattro lunghe ore di trasferimento in pullman e poi ulteriori 40 minuti per raggiungere la sommità del monte, a bordo di speciali camion superaffollati (di cilindrata molto elevata per affronarev la ripida salita). Lo spettacolo che vediamo è straordinario, oltre che per la bellezza del monumento religioso, per tutto che si incontra e che fa da corollario al luogo di pellegrinaggio.
Slideswshow: Lago Inle - Pagoda di Shwe Indei